Skip to main content

Il 22 maggio prossimo saranno 150 anni senza Alessandro Manzoni. E Milano, sua città natale, si prepara a celebrare la ricorrenza, nel ricordo di uno degli autori più importanti d’Italia. “Manzoni 150”, questo il nome della manifestazione, sarà un momento che nei prossimi sette mesi metterà insieme italiani vicini e lontani. Alessandro Manzoni, infatti, nacque e visse a Milano, ma con la sua vita ha disegnato la geografia di una Nazione. Quando si parla di lui, oltre alle opere, lettura personale che ognuno può fare, va ricordato il suo contributo alla nascita di quella che nell’Ottocento era una debole Italia, col suo tentativo di unire un crocicchio di popoli attraverso una lingua unica per tutti. Così ha rafforzato e instradato quella che oggi è la lingua italiana, con la quale scriviamo e parliamo, con più o meno cognizione di causa. Con la quale amiamo e ci arrabbiamo.

Il 22 maggio

Il 22 maggio saranno 150 anni senza Manzoni. 150 anni senza uno scrittore. Senza una di quelle anime predisposte a leggere il mondo e a riportarcelo con occhi più chiari. Eredità difficile da dimenticare. A partire da lunedì, con Manzoni 150, Milano tesserà un mosaico che scompaginerà la vita dello scrittore in mostre, reading, musica. Per l’occasione, il 22 maggio la Casa del Manzoni in via Morone 1, residenza della famiglia dal 1813, sarà aperta, con ingresso gratuito, fino alle 22. Al suo interno si dipanano dieci itinerari che portano il visitatore dentro vita e opere dello scrittore. Anche il Duomo sarà luogo di elezione per i festeggiamenti manzoniani. Lunedì, dopo la canonica lettura dei Promessi Sposi (su prenotazione dal 9 al 31 maggio), l’Orchestra sinfonica di Milano eseguirà il requiem di Giuseppe Verdi. Al Cimitero Monumentale, invece, sarà deposta una corona sulla tomba di Manzoni.

I Promessi Sposi per Manzoni 150

Molte delle iniziative di “Manzoni 150” sono dedicate alla lettura de I Promessi Sposi, capolavoro dello scrittore meneghino. Tre diverse edizioni (Minuta, Ventisettana e Quarantana) hanno dettato la storia della ricerca della lingua italiana perfetta per Manzoni. Vari luoghi e momenti, da qui a dicembre 2023, ospiteranno lettura e messa in scena delle oltre 600 pagine del romanzo ambientato in Lombardia nel 1600. Quelle pagine il cui incipit ancora oggi fa sognare lo spazio esatto del lago di Como, quello che parla di Renzo, Lucia e i personaggi che costellano l’opera. Quel romanzo che, soprattutto, parla di noi. Tra i vari eventi in programma ci sono il 26 maggio, piazza San Fedele alle 18.30, la lettura dal romanzo a cura di Massimiliano Finnazer Flory e il giorno dopo, ore 16, la Passeggiata Manzoniana della Biblioteca Fra Cristoforo, letture itineranti di Carlo Marchesi.

Manzoni 150 e un’opera senza tempo

Anche i teatri apriranno le porte a I Promessi Sposi. Dal 12 al 22 ottobre andrà in scena al Piccolo Teatro Grassi “I Promessi Sposi alla prova”, mentre il 20 novembre sarà la volta della serata manzoniana “Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno”. Quasi 200 anni e il capolavoro manzoniano continua a far sognare Milano e un mondo di lettori. Il perché si cela nell’intensità della trama, nella caratterizzazione dei personaggi, in quelle frasi che sono uno spillo dentro al petto. Ad esempio: “Si potrebbe però, tanto nelle cose piccole, come nelle grandi, evitare, in gran parte, quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare. Ma parlare, questa cosa così sola, è talmente più facile di tutte quell’altre insieme, che anche noi, dico noi uomini in generale, siamo un po’ da compatire.”.

Prima d’allora era stato un po’ lesto nel sentenziare, e si lasciava andar volentieri a criticar la donna d’altri, e ogni cosa. Allora s’accorse che le parole fanno un effetto in bocca, e un altro negli orecchi; e prese un po’ più d’abitudine d’ascoltar di dentro le sue, prima di proferirle.

Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi

Milano e Manzoni 150: un grazie non sarà mai abbastanza

Tante parole riempiranno l’aria per Manzoni 150. Milano si fa così patria e ricordo, culla e memoria. Nessuno spazio per “memorie tristi” che “alla lunga guastan sempre nella mente i luoghi che le richiamano. E se que’ luoghi son quelli dove siam nati, c’è forse in tali memorie qualcosa di più aspro e pungente”. Così scriveva Manzoni nell’800, conscio che il luogo natìo è insieme amore e odio, fonte di quelle contraddizioni che sono poi il frutto di ogni emozione forte. Le stesse che, forse, hanno dettato la sua penna e che permettono a Milano di celebrare Manzoni come uno dei monumenti più importanti della città. E non a torto. Chiunque può essere grato a Manzoni per averci dato uno strumento snello e oliato per esprimere ciò che siamo: una lingua, quella con cui amiamo o ci arrabbiamo. La voce della nostra anima.