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Si tratta del libro più abbandonato di sempre, eppure altro non è che un capolavoro. Ecco perché è bene capire come leggere l’Ulisse di Joyce. E iniziarlo il prima possibile.

Una volta che si arriva a quelle ultime, concitate parole dell’Ulisse di James Joyce ci si chiede una cosa sola: perché non l’ho letto prima? Le risposte potrebbero essere tante e, principalmente, una: è un libro temuto. Alle lezioni di letteratura inglese a scuola risulta essere incomprensibile. Non ci sono tanti amici che lo consigliano perché qui non si parla di un volume qualsiasi, ma del più abbandonato di sempre. Eppure piaceva tanto a Marylin Monroe, che lo leggeva tra una ripresa e l’altra. E Ezra Pound disse che tutti gli uomini dovevano unirsi a lodarlo. Allora, forse, è tempo di affrontare queste circa settecento pagine di magia. Ecco come leggere l’Ulisse di Joyce: una piccola guida, molto umile, da un’umile lettrice.

Per leggere l’Ulisse di Joyce iniziare dall’Odissea di Omero

La struttura complessa dell’Ulisse, pubblicato nel giorno del quarantesimo compleanno di Joyce (1922), parte dall’Odissea di Omero, che risale invece al VI secolo a.C. Joyce considerava Odisseo “il più interessante dei soggetti”.  Ecco perché, in sei anni di stesura, trasformò il mito in pantomima attraverso questo romanzo. Qui racconta una giornata, il 16 giugno 1904, del protagonista Leopold Bloom. 18 ore vagabonde per Dublino, 18 situazioni diverse. Così l’opera joyciana compendia secoli e secoli di stili letterari a partire dalla prima narrazione del mondo. Ed ecco perché per leggere l’Ulisse di Joyce una rilettura integrale dell’Odissea di Omero è necessaria: sarà una sfida anche cercare all’interno del testo novecentesco quei personaggi, quelle forme, quei richiami della storia narrata dal grande poeta greco.

La chiave negli schemi creati da Joyce per i suoi amici

Un altro modo per orientarsi nei meandri della mente dello scrittore irlandese e capire come leggere l’Ulisse di Joyce è utilizzare degli schemi di lettura redatti dall’autore stesso. Per aiutare i suoi amici Stuart Gilbert, critico letterario, e Carlo Linati a comprendere l’architettura del romanzo, Joyce preparò rispettivamente gli schemi Gilbert e Linati. Se gli originali sono ben custoditi, le tabelle si trovano anche su Wikipedia, ai link indicati. Per una volta possiamo farne buon uso e, prima di ogni capitolo, scoprire in quale ora della giornata di Bloom ci troviamo, a quale colore, organo, simbolo si fa riferimento. E, soprattutto, qual è lo stile letterario utilizzato: son 18 come le ore della giornata di Bloom prese in analisi. Basta questo per capire il genio di Joyce.

“I movimenti che operano le rivoluzioni nel mondo nascono dai sogni e dalle visioni nel cuore di un contadino sui pendii delle colline. Per loro la terra non è un terreno da sfruttare bensì la madre vivente. L’aria rarefatta dell’accademia e dell’arena producono il romanzo da sei scellini, la canzonetta da varietà, la Francia produce il più bel fiore della corruzione in Mallarmé ma la vita desiderabile è rivelata solo ai semplici di cuore, la vita dei Feaci di Omero“. Da Ulisse, James Joyce

Leggere l’Ulisse di Joyce: darsi tempo e spazio

Per leggere l’Ulisse di Joyce sarà fondamentale non mollare nei momenti più duri della lettura. Quando scrive con lo stile peristaltico, ad esempio, o quando imita la musica con le parole. Questa è un’opera capace di spalancare gli abissi del cervello, di far crollare le barriere del cuore. E, come tutte le cose belle, è difficile. Ecco perché bisognerà individuare il giusto periodo per leggere l’Ulisse di Joyce e affrontare la lettura con lo stesso spirito con cui si affronta un percorso universitario. Sarà un tassello importante delle vite di ogni suo lettore. Una conquista. Un risultato raggiunto, uno dei più soddisfacenti. Il viaggio varrà sicuramente la pena. Ma di questo se ne riparlerà solo una volta giunti a quelle ultime, concitate, fatidiche parole dell’Ulisse di Joyce.