Lodine. Galleria d’arte tra i portoni basculanti in ferro e alluminio
Sarebbe stato ben felice Emilio Lussu nel sapere che Antonio Mureddu ogni mattina, quando va a prendere il fresco in piazza con i suoi amici, guarda negli occhi della sua serranda il padre del sardismo. Perché questo è il vero senso della riuscitissima manifestazione che si è svolta nei giorni scorsi a Lodine, Giornate per l’arte. Ogni angolo del più piccolo paese barbaricino effondeva bellezza: pittori, scultori, musicisti, ma soprattutto loro, i serrandales, che trasformano le più brutte invenzioni della modernità -basculanti in ferro e alluminio- in veri e propri capolavori. Stavolta è toccato a Emilio Lussu e David Bowie, il fondatore del Psd’Az e l’eccentrico musicista inglese, cioè il vate della tradizione col profeta della trasgressione, messi a fianco nello stesso sogno. Perché l’arte è un sogno collettivo che trasforma i progetti in realtà. E questa è stata la vera magia dei giovani di Lodine, che son stati in grado di fare tutto ciò. Senza mezzi, senza appoggi politici, senza potenti alle spalle. O meglio, con un solo potente alle spalle: la fantasia.
L’arte secondo la consulta giovani
Per Monia Cillara, presidente della consulta giovani di Lodine, è stato un grande successo: «Siamo riusciti a centrare gli obiettivi che ci eravamo proposti: una rassegna di arte sarda di indubbio valore, serrande e murales meravigliosi, la gente felice di far parte di un mondo pieno di bellezza». Anche il sindaco Franco Crisponi concorda: «Per noi è uno sforzo considerevole, sia economico che organizzativo, visto che godiamo di ben pochi aiuti da parte delle istituzioni regionali, ma il paese si stringe attorno ai nostri giovani e collabora compatto alla riuscita della manifestazione».
Una Lodine internazionale
Quest’anno Lodine ha omaggiato un paese gemello: Saint Macaire, in Francia, i cui rappresentanti ogni anno vengono nel centro barbaricino per un carnevale comune a entrambi. Si festeggia il mercoledì delle ceneri portando di casa in casa una maschera sacrificale che ha le sembianze del personaggio dell’anno. A Lodine quest’anno è stato Donald Trump, contro il quale si son levati frizzi e scherzi degli uomini del paese vestiti da donna. Saint Macaire vive oggi in un murale di Lodine, così come Lodine vive nel cuore degli abitanti di Saint Macaire: diversa lingua, diversa nazione, diverse usanze, ma comune sentire, stesso identico cuore. Appuntamento quindi per l’anno prossimo con gli abitanti di Saint Macaire in prima fila.