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I fatti:

Stamattina una colta donna che è stata a Medjugorje (Dio ti fulmini) ha espresso il suo parere su Croazia e Bosnia. Con grande stupore della sottoscritta, ha affermato, alla luce del sole e in presenza di testimoni, che “gli arabi lì hanno rovinato tutto e impoverito la gente”. Ha aggiunto che “però li mettono in riga (chi?): infatti a un’araba (forse intende una bosniaca di religione musulmana? Mah.) son stati controllati e ritirati i documenti. Ben fatto!”.

Dieci giorni fa, prima di partire per Zagabria dalla Sardegna, leggo sul giornale che un gruppo di immigrati africani, palestinesi e siriani si trova a Sadali, provincia di Cagliari. Spediti sull’isola, pare, per un piccolo errore del ministero. Qui protestano, non accettano di essere accolti, perché trasferiti con “l’inganno”. Il commentario alla questione lo trovo su facebook: frasi razziste della peggior specie, paranoie sulle nostre casse svuotate da quella che si configura come la feccia dell’umanità, infamie e calunnie di ogni genere. Da tempo ho notato che anche ad Aritzo, in provincia di Nuoro, un gruppo cospicuo di richiedenti asilo “alloggia” in un albergo al centro del paese. Non li ho mica mai trovati felici! Li si vede dalla mattina presto camminare senza meta, con una sigaretta in bocca e un punto interrogativo negli occhi. Le loro braccia inutilmente forti scandiscono tutta la noia, la frustrazione. Vengono da una zona del mondo catapultata nel mercato senza che ne avesse né la capacità, né la volontà; dove l’oppressione politica non si nasconde dietro un dito; dove il divide et impera ha dato i suoi più bei frutti.

Controvento Racconti di Incontri-immigrati
Africani e italiani a confronto: trova le differenze.

Le domande:

  1. Come può una persona permettersi di commentare così banalmente l’origine del male in Croazia e dintorni senza conoscere la complessità delle guerre balcaniche?
  2. Come può una persona parlare di “arabi” quando è evidente la sua confusione mentale al riguardo?
  3. Come si può dare la colpa di crisi e disoccupazione alle ondate umane provenienti dal Terzo Mondo?
  4. Come si può pensare che siriani e palestinesi affrontino viaggi spesso fatali spinti dalla sola volontà di “mangiare a spese del lavoratore italiano”?
  5. Dov’è il loro buon Dio quando affermano certe cose?

Le riflessioni:

Io, ragazzi, vi vorrei far notare che il primo parassita è lo Stato. E dopo lo Stato ci siete voi!

Voi che avete abbandonato quelle terre di cui si occupano, sottopagati, gli indiani, proni al duro lavoro per sfuggire alla fame. Voi che mangiate nei ristoranti pretenziosi dove i negeriani lavano i piatti che l’italiano disoccupato non vuole toccare. Voi che avete fatto dell’assistenzialismo la vostra linfa vitale. Voi che avete preso la strada della politica per farvi gli interessi vostri. Voi che in politica non ci siete entrati, ma l’avete usata per accaparrarvi un lavoro (qualsiasi): così, senza meriti o talento, contribuite a rovinare quel che resta di un sistema pubblico che è solo una macchina per nutrire pericolose forme di parassitismo. Voi che giudicate senza sapere come si vive al di fuori delle quattro mura di casa vostra. Voi che ancora giudicate senza ricordare che sardi e italiani son stati i primi a emigrare; i primi ad aver prestato le proprie braccia ariane all’industrializzazione di Germania e USA.

Se ci penso al Mediterraneo! Perché è diventato una periferia che divide il bello dal brutto, il giusto dallo sbagliato? Un tempo era lo spazio aperto dove le culture si incontravano senza fronteggiarsi. Oggi si dimentica in fretta e si pensa solo a sfogare una personale frustrazione. Ma se soffrite voi, che ogni notte dormite sereni sotto un tetto, figuriamoci chi vive sotto le bombe; sotto la cenere che sgorga laddove l’acqua manca; sotto un’economia etero imposta e iniqua; sotto un sistema socio-politico corrotto, inadeguato e conflittuale. A volte vorrei scappare io per il semplice fatto che mi opprime la ristrettezza di pensiero. E pretendo di farlo liberamente, perché nessun essere umano è un clandestino!

Ma se soffrite voi, che ogni notte dormite sereni sotto un tetto, figuriamoci chi vive sotto le bombe; sotto la cenere che sgorga laddove l’acqua manca; sotto un’economia etero imposta e iniqua; sotto un sistema socio-politico corrotto, inadeguato e conflittuale.

I cattivi non sono gli immigrati, i cattivi siete voi! Cattiva è l’Italia che fino a Berlusconi, e fino a Gheddafi, ha risolto la questione facendo rinchiudere migliaia di africani nelle fredde carceri della Libia, prima che salpassero per la Sardegna e la Sicilia. Ah, questa sì che è la civiltà di cui vi vantate e che volete!

Ma vi immaginate se riusciste a mettere da parte l’ignoranza e l’odio? Si vivrebbe pacificamente, come è successo in passato, o come nelle più primitive e pure leggi della natura. A partire dal governo che dovrebbe sfruttare i mass media per spiegare a certi signorotti quali accordi internazionali ha sottoscritto perché abitanti di paesi in guerra possano chiedere asilo qui. Che dovrebbe agire più concretamente, piuttosto che lasciare che si faccia degli immigrati il capro espiatorio per tutto ciò che non funziona. I cittadini, invece, dovrebbero arricchirsi dal confronto con culture lontane. Meglio ancora, potrebbero coinvolgere gli “stranieri” per risollevare le sorti della propria terra. Ci son tanti mestieri che stanno scomparendo: il calzolaio, ad esempio. In Sardegna il 60% del terreno coltivabile è lasciato a se stesso. Allora perché non sfruttare queste menti e questi muscoli affinché imparino tali attività? Che lavoro rubano se nessuno qui si vuole “sporcare le mani”?

Le ricche città da cui scappano – Raqqa

Le conclusioni:

Badate che siete solo un frammento nell’immensità dello spazio e del tempo. Godetevi quel che vi resta da vivere e non rovinatevi il fegato per un bengalese che non vi caga di striscio. E poi, da bravi bigottoni col culo stretto che siete, non avete presente una delle massime preferite dal caro Gesù: ama il prossimo tuo come te stesso? Strano.

Per concludere vi consiglio un paio di letture:

  1. la storia del mondo dalle origini fino a oggi;
  2. qualcosa sulla civiltà egiziana e sulle grandi tribù dell’Africa, giusto perché realizziate chi avete di fronte quando vedete un “uomo nero” (buh!);
  3. alcuni libri sulla colonizzazione vi aiuterebbero a capire come e perché nascono i flussi migratori attuali;
  4. vi lascerei, infine, nelle mani del grande George Orwell: affinché la vostra mente possa conoscere la realtà delle cose e, di conseguenza, far luce sul servilismo di cui siete ignare vittime.

Ogni riferimento a cose e persone NON è puramente casuale. Se volete definizioni di arabo, musulmano, islamico, ecc contattatemi pure. Un po’ di semplice vocabolario potrebbe schiarirvi le (confuse) idee.

Insh’Allah.