Nella “Dolce Vigna” di Atzara nascono cosmetici green.
L’imprenditrice Antonella Pisu: in questa terra magica niente va sprecato.
Dalle distese verdi e dai filari d’uva del Mandrolisai non nascono più solo vino delizioso e acquaviti. Altri prodotti agricoli hanno preso vita dallo scarto di vinificazione: i cosmetici green. Strano se si concepiscono i rifiuti come rifiuti, e non come ricchezza. E poi il frutto delle vigne del Mandrolisai si è abituati a pensarlo dondolare in un calice, e non come unguento profumato. Non è facile, insomma, immaginare che le vinacce possano diventare la base per degli agri-cosmetici green e di alta qualità. Eppure questi sono già realtà ad Atzara. E hanno una pioniera: Antonella Pisu, 37 anni, vinificatrice, oltre che biologa, enologa, insegnante.
Cosmetici green ad Atzara: storia di una passione
È mettendo insieme mestiere e passioni, storia di una vita e voglia di futuro che alla giovane atzarese è venuto in mente di creare degli innovativi cosmetici green, che costituiscono un passo in avanti nel settore della viticoltura per tutto il Mandrolisai. “Tutto sta nell’estrarre dalle vinacce il contenuto di polifenoli, prodotti naturalmente dalle piante per proteggersi da sole e freddo. L’uomo ha imparato ad appropriarsene per difendersi esso stesso, usandoli nella produzione di cosmetici, come fanno da tempo grosse aziende internazionali- spiega Antonella Pisu, titolare dell’azienda vitivinicola La Dolce Vigna -Già all’università sapevo che c’erano progetti per recuperare parte degli scarti dalle produzioni più disparate. Io guardavo le montagne di vinacce e pensavo a come dar loro una nuova vita, perché abbiamo anche una responsabilità nel coltivare questa terra magica, nata per produrre, cibare, riempire l’anima, non per gli sprechi”.
Il percorso dei polifenoli
Quell’ammasso di uva spremuta, che da un’altra parte stava già diventando bevanda ghiotta agli dei, non poteva restare inerme, o semplicemente dispersa nei campi, per chi in una Dolce Vigna ci è cresciuta. Così l’idea di congelare le vinacce dopo la fermentazione e di inviarle a un laboratorio per l’estrazione dei polifenoli della vite: “L’unico intoppo, e dispiacere, è che in Sardegna non c’è un laboratorio attrezzato che faccia questa operazione- prosegue la scienziata del vino -Quindi devo mandare fuori gli scarti. Poi i polifenoli estratti vanno a un’azienda che li inserisce come ingrediente nei cosmetici green, che non hanno parabeni né parafine. Un prodotto naturale, insomma. Un prodotto agricolo”.
“Abbiamo anche una responsabilità nel coltivare questa terra magica, nata per produrre, cibare, riempire l’anima, non per gli sprechi”, Antonella Pisu
Cosmetici green tra passato e futuro
Per adesso la produzione è limitata: 400 esemplari, figli della nuova vita delle vinacce, di creme per il viso e balsamo per le labbra. È verde anche la scelta dei contenitori: vetro e legno per la prima, alluminio per il secondo. “Ma le vinacce si adattano anche alla produzione dello scrub, che metteremo in lista per l’anno prossimo”. La vendita avviene esclusivamente nel Mandrolisai, dove i cosmetici stanno nelle vetrine insieme ai vini, perché nati dalla stessa madre. “Voglio dare un senso più alto allo stare qui, al coltivare queste vigne- chiosa Pisu -Far conoscere il Mandrolisai anche attraverso i prodotti meno scontati”. L’uso degli scarti è un occhiolino al futuro, ma anche al passato, che è scritto in ogni solco di questa terra. La terra dei padri, che genererà sempre nuova vita.