I dati parlano di turismo in calo. E non si fa altro che confrontare i prezzi di Puglia e Porto Cervo con quelli dell’Albania. Come se le due cose fossero sullo stesso piano. Agosto a Milano, invece, nonostante il clima torrido (indubbiamente il mese più caldo di quest’estate in città), è turismo che non si ferma. Chi non è abituato a passare agosto a Milano –vuoi per cultura, per ferie aziendali forzate, per l’esigenza di festeggiare il ferragosto come se fosse davvero una festa- parla di una Milano deserta, morta, stanca nel mese più estivo di tutti. E da queste affermazioni emerge solo una cosa: che a Milano ad agosto non ci sono mai stati e per questo non sanno cosa si perdono. Eventi, ristoranti e piscine non troppo affollati, mostre, cinema all’aperto: agosto a Milano offre di tutto. E, per questo, il ferragosto alternativo è in città, non in spiaggia.
Chiuso per ferie
Ad agosto il centro di Milano, per intenderci nelle adiacenze del Duomo, resta uguale a sempre, escluse le temperature tropicali. Il via vai è lo stesso che si può trovare in una qualsiasi domenica di primavera. I turisti stranieri affollano la piazza per un selfie, popolano ristoranti e negozi di abbigliamento, vivono tutta quell’Italia milanese che si respira a Milano. E anche i camerieri, che si trovano a stento (ovunque campeggiano i cartelli di ricerca di personale di sala), per la maggior parte sono stranieri. Più ci si allontana dal perimetro del centro, invece, più iniziano ad apparire le scritte “Chiuso per ferie”. Chi pochi giorni, chi una settimana e chi due, chi, addirittura, tutto il mese. Ed è nelle zone che si allontanano dal Duomo che inizia a sentirsi la Milano vuota. Che non significa triste o noiosa. Ma solo silenziosa, così come non la si sente mai.
Chi va e chi resta ad agosto a Milano
Si dice, dell’agosto a Milano, che in città restino solo i malandati. Chi non può permettersi una vacanza. Ma a giudicare dai dati sui giornali, quest’anno son tanti quelli che non ci son potuti andare: almeno un italiano su due, senza contare il resto. Poi c’è chi non ha ferie, chi in vacanza non va. Ultimo ma non meno importante, c’è chi –esempio: io- odia agosto, lo considera il peggior mese per spostarsi e prova l’ebrezza di stare in città. Insomma, una grossa fetta di popolazione, più o meno malandata, si unisce ai turisti che popolano l’agosto a Milano. Un tempo sospeso in cui si scopre il silenzio delle serrande abbassate. Quelle che dicono che anche chi probabilmente è arrivato qui con niente -kebabbari, pizzaioli albanesi, commercianti di Corvetto (periferia composita di Milano)- vanno in ferie. E forse tornano a casa, a vivere un po’ di vita che resta oltre il lavoro.
Cosa fare ad agosto a Milano
Oltre a vivere questo assurdo silenzio che si insinua nelle zone in là dal centro, agosto a Milano offre tantissimo. Il risultato di buona parte dei milanesi fuori e turisti dentro è che i mezzi passano comunque e son poco affollati, nei rari ristoranti aperti si respira aria internazionale, le mostre son aperte e frequentate quanto basta per non scontrarsi a ogni quadro. Inoltre, è forse il momento migliore per fare incetta di abiti nei negozi della città della moda. E se i concerti a Milano si son conclusi a luglio (un po’ per lavori all’Ippodromo, un po’ perché gli stadi vanno ri-destinati al loro ruolo), resta ancora tanto da fare ad agosto in città. Quasi ogni sera Castello Sforzesco, per la rassegna “Estate in Castello”, apre a teatro, musica, danza. Con AriAnteo, al Chiostro dell’Incoronata, a City Life, alla Fabbrica del Vapore, dopo le 21 c’è il cinema all’aperto.
Chi non è abituato a passare agosto a Milano –vuoi per cultura, per ferie aziendali forzate, per l’esigenza di festeggiare il ferragosto come se fosse davvero una festa– parla di una Milano deserta, morta, stanca nel mese più estivo di tutti.
Agosto a Milano per vivere la cultura in pace
La cultura a Milano non si ferma qui. I musei sono aperti, compresi i Civici (molti son gratuiti). Tra le mostre, da godersi in pace ad agosto, c’è la fotografica “Amazônia” di Sebastião Salgado (Fabbrica del Vapore, fino al 19 novembre). Un allestimento da favola per una testimonianza da un’area della terra dove davvero si può parlare di tradizioni senza impallidire. A pochi passi da qui, poi, c’è Chinatown, sempre attiva e vibrante (i cinesi è probabile non vadano in ferie), con ristorantini buonissimi a basso costo. Ma se è vero che la cultura passa anche dal cibo, ad agosto a Milano non si può perdere la cucina lombarda, come quella del Norman, aperto in questo strano mese. E nei sapori invernali della città, tipo l’ossobuco col risotto allo zafferano, ci si sente un po’ a Milano, un po’ a casa. Sempre e comunque al centro di un mondo bellissimo.